mercoledì 27 gennaio 2016

IL GIORNO DELLA MEMORIA



L’importanza della data del Giorno della Memoria serve non solo a non dimenticare gli orrori del passato, ma, almeno, dovrebbe servire anche a fare si che tali orrori non si ripetano più. Oggi invece in più parti del mondo il genere umano sembra ancora non avere imparato gli errori del proprio passato; in troppe parti del mondo si assiste a tragedie, guerre, deportazioni non dissimili dagli orrori vissuti durante la seconda Guerra Mondiale da Ebrei, Rom, Omosessuali e deportati politici.  Analogie tra l'assedio di Gaza dell’estate scorsa e l'assedio del Ghetto di Varsavia ... La logica che ha preparato la ghettizzazione di Gaza (che un cardinale cattolico ha definito «campo di concentramento») non è forse simile a quella che guidò la ghettizzazione degli ebrei di Varsavia? Non vennero forse gli ebrei di Varsavia costretti ad ammassarsi in uno spazio ristretto che divenne in poco tempo un formicaio? Non venne forse costruito intorno a loro un muro di cinta della lunghezza di 17 chilometri di tre metri di altezza esattamente come quello che Israele ha costruito per rinchiudere i palestinesi? Non venne agli ebrei polacchi impedito di uscire dai valichi che erano controllati da posti di blocco militari? Per motivare la loro aggressione che uccide quotidianamente centinaia di bambini e di donne, i dirigenti politici israeliani denunciano i missili Qassam che in otto anni hanno causato dieci morti (tanti quanti l'aviazione israeliana uccide in mezz'ora). E' vero: è terribile, è inaccettabile che il terrorismo colpisca la popolazione civile di Israele. Ma questo non giustifica lo sterminio di un popolo! Non giustifica il terrore indiscriminato! Anche gli ebrei di Varsavia usarono pistole, bombe a mano, bottiglie molotov e perfino un mitra per opporsi agli invasori. Armi del tutto inadeguate, come lo sono i razzi Qassam. Eppure nessuno può condannare la difesa disperata e legittima degli ebrei di Varsavia.
Occorre ricordare tutte le vittime del razzismo, quelle di ieri e quelle di oggi. Senza ipocrisia. Occorre non girarsi dall’altra parte e far finta che il problema dei profughi non ci riguardi: centinaia di migliaia di donne, bambini e uomini che, in condizioni disumane, scappano da guerre finanziate se non causate dall’ Occidente, sempre più reo di una politica internazionale fallimentare fatta di sfruttamento di terre e popoli. Centinaia di migliaia di persone, esseri umani, non in cerca di un futuro migliore, ma semplicemente di un futuro, di un presente...

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